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Tutto comincia dall'incontro con l.uomo da un braccio solo, che chiede all'autore di seguirlo sulla montagna sacra, di aprire gli occhi di fronte a un mondo dove "la semplicità si è confusa con le cose complicate" e di cominciare a scrivere. Fuoriescono allora, da questa cornice, le poesie di "Gusci di noce all'asciutto", che rubano i loro titoli ai più famosi film della storia del cinema; poesie esistenziali che raccontano il crollo delle certezze e che tentano disperatamente di mantenere in vita una scintilla fatta di illusioni. Le liriche, talvolta concretissime, altre volte visionarie, confondono realtà e allucinazione, sogno e veglia, disorientando il lettore. La consapevolezza che porta l'autore a parlare di sterco si mescola con il desiderio di adorare le stelle. L'unica cosa che rimane al di fuori di ogni contraddizione, è un'inattaccabile passione per il cinema e per l'immaginazione.